L’ora difficile Basta piegare due camice Lasciamo perdere che possa essere il momento “più affascinante” della legislatura, come ha detto con enfasi il premier, ospite di un talk show televisivo e veniamo al fatto che sia invece “il più difficile”. Se è così, ed il premier ha ragione: una volta evaporata quasi metà del consenso avuto alle europee dello scorso anno, non capiamo sulla base di quale fideismo egli conti di arrivare fino al 2018. Il governo, non ha né i numeri, né la coesione sufficiente per riuscire in questa impresa. Soprattutto, se vi dovesse arrivare davvero nelle condizioni sfibrate in cui si ritrova in questi mesi, o pure peggio, Grillo o Salvini potrebbero ottenere un successo eclatante a sue spese e magari grazie alla sciagurata legge elettorale imposta tanto sconsideratamente. Il problema vero, è che non abbiamo esattamente capito che cosa vorrebbe fare, pur potendo, il governo da qui al 2018, perché Renzi ci è parso preso principalmente di quei problemi interni al suo partito, che pure lui stesso sa bene quanto annoino l’elettorato, se non altro perché ricordino vecchie lotte fra correnti democristiane. Se Renzi non fosse convinto di dover rimettere mano alla riforma della scuola, perché la riforma è sbagliata, ma solo per compiacere la minoranza interna e magari anche la maggioranza degli italiani, ecco Renzi approfondirebbe il suo errore di impostazione invece di riuscire a risolverne uno di sostanza. Ci chiediamo poi se il premier sia pienamente consapevole dei rischi che corre sul fronte dell’immigrazione, dove davvero il governo e l’Europa si giocano il loro futuro e seriamente. L’idea di rilasciare dei permessi di soggiorno, nel caso di chiusura delle frontiere, ci sembra un espediente utile a far parlare i giornali. Il premier convochi tutti i governatori, se non vuole discuterne con Salvini, che pure si è detto disponibile, e tracci con loro una linea di emergenza nazionale con delle proposte concrete da presentare all’Europa, gli sconsiglieremmo i blitz sulla costa libica senza una struttura militare adeguata. Se la Commissione sarà disposta a collaborare, forse riusciamo a salvare lo stato dell’Unione, se invece ogni paese si appoggerà ai distinguo francesi eccoci arrivati ad una crisi delle istituzioni comunitarie che neanche il default greco riuscirebbe ad eguagliare. Anche in questo caso, pensare di restare in piedi comunque con un governo travolto sull’immigrazione sarebbe piuttosto discutibile, senza un’idea chiara delle cose da fare a quel punto. Per cui cominciamo a capire lo scrupolo del presidente Renzi di essersi portato da Firenze a Roma giusto due camice. Roma, 17 giugno 2015 |